FERMIAMO LA TRUFFA DEL PONTE! Messina, 2 ottobre 2010

Il Ponte sullo Stretto è una truffa ai danni delle popolazioni delle due sponde e, in generale, di tutti gli italiani. Una truffa ordita dai signori del cemento e del tondino per saccheggiare le casse pubbliche travasando nei loro conti ingenti somme, da spartirsi con i loro amici e soci massoni e mafiosi, e con i loro fedeli servitori del potere politico-istituzionale.
È una truffa perché, pur non esistendo ancora un vero progetto, da decenni succhiano soldi pubblici per alimentare un’economia parassitaria; è una truffa perché, anche senza costruire il Ponte, il meccanismo messo in moto basterà a realizzare lo scopo predatorio dei ladroni privati e di stato.

IL PONTE È UNA PROVOCAZIONE!

Sempre più lavoratori perdono il posto; aumentano vertiginosamente i precari tagliati fuori da una possibilità di vita decente; si gonfia il numero dei disoccupati e dei nuovi emigranti che partono dal Sud senza neanche le speranze dei loro padri e nonni degli anni ’50 e ’60.
Milioni di italiani sono indebitati fino al collo; l’impoverimento è davanti agli occhi di tutti ma si decide di andare avanti con la costruzione del Ponte, enorme sperpero di denaro estorto a tutti i cittadini.

I signori del Ponte si accingono a devastare il territorio, a cantierizzare intere aree urbane, a imprigionare le popolazioni delle due sponde, stornando svariati miliardi di euro da quelle che sono le vere urgenze: il lavoro (dignitoso, pulito, utile), la salvaguardia e il rilancio dei servizi (trasporti, scuola, sanità…), la messa in sicurezza idrogeologica e antisismica del territorio e dei centri abitati.

Chi oggi compie queste scelte è responsabile morale e politico del degrado e delle sue vittime.

QUESTA GENTE VA FERMATA!

Lo si può fare con l’azione diretta, bloccando i cantieri, le trivellazioni, gli uffici operativi e tutto ciò che può essere riconducibile all’attività criminale dei signori del Ponte.
Mettiamo in primo piano i bisogni concreti delle persone. Solidarizziamo con chi lotta in altri luoghi contro progetti simili (Val Susa, Vicenza, Venezia, ecc.). Organizziamoci alla base, in maniera autogestita, al di fuori di partiti e partitini, senza capi e senza burocratismi, per esercitare il controllo popolare ed esprimere la massima conflittualità sociale.

FUORI I SACCHEGGIATORI!

Federazione Anarchica Siciliana
Anarchici reggini
Federazione dei Comunisti Anarchici – Sicilia
Coordinamento Anarchico Palermitano


1968 – 2008

SOLIDARIETA’ AL COMITATO DI LOTTA PER LA CASA “12 LUGLIO”

Ha proprio un bel coraggio, il sindaco Cammarata, a offendere il Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" di Palermo colpevole, a suo dire, di usare violenza nei confronti della città occupando la cattedrale. E’ un evidente segno di nervosismo, perché non entra volutamente nel merito della questione.
Da diversi anni il Comitato di lotta per la casa "12 luglio" propone con chiarezza e determinazione una serie di interventi per risolvere concretamente e alla radice il drammatico problema della casa a Palermo: la mancanza di case colpisce migliaia e migliaia di famiglie da troppo tempo ormai. Questa situazione insostenibile viene da lontano, e più precisamente da tutte le politiche che hanno consentito l’aumento esponenziale e senza controllo del costo degli affitti; la possibilità concessa alle società immobiliari e ai padroni di casa di tenere sfitti migliaia di appartamenti per gonfiare il loro prezzo sul mercato; il mancato riconoscimento del diritto alla casa come elemento fondamentale e necessario del benessere di ogni individuo e di ogni gruppo. E la possibilità di sviluppare un’adeguata edilizia popolare è stata stroncata dalla volontà di garantire gli interessi dei grossi proprietari immobiliari.
E’ sempre stata attuata una precisa volontà di mantenere il problema casa nell’ambito dell’emergenza per poterla gestire in termini elettoralistici e clientelari, cavalcando il bisogno della gente. In questi anni la lotta del Comitato "12 luglio" è risultata scomoda e fastidiosa per i poteri forti perché ha toccato, in maniera autonoma e indipendente, uno dei nervi più scoperti del malaffare di questa città, proponendo costruttivamente l’utilizzo degli innumerevoli alloggi sequestrati alla mafia che aspettano solo di essere abitati da chi ha bisogno di una casa. Comune, prefettura e agenzia del demanio continuano a scaricarsi vicendevolmente le loro responsabilità, accampando scuse inesistenti e lamentando croniche assenze di fondi, quegli stessi fondi che si riesce a trovare per organizzare festini, ristrutturare palazzi storici a uso e consumo dell’alta borghesia e per fare del centro storico di Palermo un salottino – estraneo e avulso dal resto della città – pieno di turisti e giovani rampanti.
Chi governa e chi comanda questa città comprende che il Comitato di lotta per la casa "12 luglio" è una struttura di base che non si può addomesticare con l’elemosina interessata di chi vuole solo sudditi da schiacciare con il ricatto del bisogno.
Noi continueremo a dare la nostra solidarietà militante alle famiglie del Comitato e alla loro lotta; da anarchici, sosteniamo questo conflitto che si esprime autonomamente e senza mediazioni: è in questo modo che si gettano le basi per un’organizzazione sociale nuova in cui autogoverno e autogestione del territorio prendono il posto del malaffare, dello sfruttamento e della criminalità del Potere.

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo

Venaus, 8 dicembre – Comunicato anarchico

La gente della Val di Susa ha vinto la sua prima battaglia.



Alla luce del sole, gli abitanti della valle si sono ripresi la terra che poliziotti e carabinieri gli avevano sottratto due giorni fa con il favore delle tenebre.



Quarantamila persone, o forse più, hanno marciato unite, hanno trovato il coraggio nelle loro ragioni, hanno fronteggiato l’arroganza e la violenza scomposta del potere, e hanno vinto così la battaglia di Venaus. Siamo felici e orgogliosi.



Il governo continua a blaterare usando lo spauracchio delle infiltrazioni eversive nella protesta popolare. Come al solito, il potere cerca di dividere e imperare, di suscitare sospetto criminalizzando la lotta e distinguendo tra manifestanti buoni e manifestanti cattivi.



Quella di Berlusconi, Pisanu e degli altri esponenti della maggioranza è una strategia di respiro corto, tipica di chi è in affanno in una situazione ormai ingestibile.



Il Centrosinistra è altrettanto imbarazzato, diviso tra opportunisti che cercano di cavalcare le ragioni della protesta e reazionari che non faticano a solidarizzare con le forze dell’ordine difendendo a spada tratta il progetto del TAV.



Parafrasando le parole del ministro Lunardi, vogliamo rassicurare tutti affinché governo e opposizione si mettano il cuore in pace: gli anarchici sono nella lotta in Val di Susa perché ci potete trovare in tutte le lotte per la libertà, l’uguaglianza, l’autogestione del territorio e la sua difesa dai tentacoli del capitalismo e dello Stato.



Non ci nascondiamo e non ci siamo mai nascosti. Non colpiamo nel buio e non facciamo blitz.



Gli unici inflitrati, gli unici invasori, sono i poteri forti che vogliono distruggere la Val di Susa.



Sarà dura, ma andremo avanti con la gente di Venaus.





Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana


Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo

Solidarietà anarchica alle popolazioni della Val di Susa

In Val di Susa la violenza del Potere si è mostrata con tutta la sua inaudita ferocia.

Polizia e carabinieri hanno attaccato il presidio degli abitanti di Venaus che si oppongono alla devastazione della loro valle travolgendo tutto e tutti: donne e uomini, anche anziani, sono stati picchiati e insultati brutalmente dalle forze dell’ordine che hanno aggredito la gente cogliendola di sorpresa nel cuore della notte. Ai giornalisti presenti – picchiati anch’essi – è stato raccomandato di fotografare il meno possibile, mentre funzionari di polizia incitavano i loro uomini a "schiacciare" tutti con le ruspe.

La reazione degli abitanti della Val di Susa è stata, ancora una volta, generosa e solidale: l’autostrada, le strade statali e la ferrovia sono tuttora occupate e bloccate dai manifestanti; gli studenti sono scesi in piazza con i loro insegnanti; diverse fabbriche sono state occupate e i lavoratori stanno attuando scioperi spontanei e generalizzati.

A Torino, in Piemonte e in tutta Italia si moltiplicano le iniziative di solidarietà alla gente della Val Susa.

Compagne e compagni anarchici – da anni impegnati al fianco delle popolazioni aggredite dagli interessi incrociati dello Stato e del Capitale – stanno dando il loro contributo militante per sostenere la lotta di chi intende difendere la valle dalla cementificazione e dalla devastazione.

Le direttive del Ministero dell’Interno dimostrano chiaramente come quella della Val di Susa sia una lotta strutturale che intacca direttamente gli interessi vitali di un apparato di potere economico e politico che non riconosce alcuna ragione se non quella del profitto a tutti i costi.

Alla fine di novembre, ben settantamila persone sono scese in piazza per ribadire con fermezza le ragioni della loro lotta e per respingere tutti i tentativi di criminalizzazione perpetrati da chi – attraverso minacce e altre infamie – vorrebbe ridurre una lotta di popolo a una questione di ordine pubblico.

Con l’attacco squadrista di questa notte, lo Stato italiano svela la sua natura criminale con l’evidente sostegno dei suoi massimi rappresentanti: le dichiarazioni del Presidente della Repubblica nonché del Ministro delle Infrastrutture e di altri esponenti del governo sono gravissime ed eloquenti.

Allo stesso modo, le affermazioni degli esponenti dell’opposizione trasudano tutta l’ipocrisia e la cattiva coscienza di chi – come Prodi – ha concepito il progetto del TAV quando era al governo e adesso tenta di rifarsi una verginità politica sulla pelle delle persone.

Esprimiamo massima solidarietà alle popolazioni della Val di Susa e alla loro lotta.

Riconosciamo e apprezziamo le forti radici popolari di una lotta che si svolge negli stessi luoghi in cui donne e uomini contribuirono alla lotta di Resistenza contro il nazifascismo.

Sosteniamo e promuoviamo le ragioni e le rivendicazioni di una popolazione che attraverso la lotta dal basso ha dimostrato di saper riconoscere e prendere le distanze dalle chiacchiere e dalle false promesse dei politicanti di turno.

Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore le ragioni delle popolazioni della Val di Susa a solidarizzare ovunque e attivamente con la loro lotta.

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana

Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo

Solidarietà contro la repressione

Esprimiamo la nostra massima solidarietà al Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" di Palermo e ai militanti del CSOA "ExKarcere" colpiti dalla repressione poliziesca.
E’ evidente che queste venti denunce per un’azione di lotta determinata ma assolutamente pacifica che risale addirittura a quasi cinque mesi fa sono del tutto pretestuose: questo attacco al Comitato vorrebbe svilire la lotta per la casa a Palermo riducendola a una mera questione di ordine pubblico da risolvere nelle anguste aule di un tribunale.
Le istituzioni, Comune e Prefettura su tutti, pensano di poter liquidare in questo modo le rivendicazioni del Comitato e di tutti i soggetti che in questa città portano avanti le lotte per il riconoscimento di diritti fondamentali – come quello alla casa – che vengono sistematicamente calpestati.
E’ necessario far fronte comune contro le provocazioni dei potentati politici ed economici di questa città rilanciando ovunque le lotte sociali senza cedere di un passo.

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo

La casa è un diritto

La giornata di lotta delle famiglie palermitane che chiedono la riapertura della lista per per l’emergenza abitativa è iniziata ieri, 13 luglio, con una contestazione sotto il palco delle prove generali per il festino di Santa Rosalia.
La protesta, mirata a denunciare lo sperpero di denaro pubblico che anziché per l’organizzazione di eventi mondani potrebbe essere investito per risolvere i problemi che attanagliano la città, ha trovato la solidarietà di moltissime persone (palermitani e non) che erano presenti e che hanno addirittura applaudito i manifestanti quando hanno lasciato la piazza antistante il Palazzo Reale.
Nella notte, le famiglie hanno occupato uno stabile confiscato alla mafia in via A.Agostino (quartiere Zisa).
Si tratta di un edificio di cinquantadue alloggi, tredici piani, che compare nell’elenco del patrimonio pubblico comunale "non disponibile". E’ perfetto per l’uso abitativo e con questa occupazione il Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" di Palermo intende rilanciare la rivendicazione per l’uso immediato dei beni confiscati a Cosa Nostra per risolvere l’emergenza-casa in città.
Una pattuglia della polizia si trova giù in strada da questa notte, ma al momento non si registrano provvedimenti repressivi.

LA CASA E’ DI CHI L’ABITA!
SOLIDARIETA’ AL COMITATO DI LOTTA PER LA CASA "12 LUGLIO"!

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana

luglio 2005

LO STATO CHE UCCIDE, LO STATO CHE ASSOLVE

La sentenza della seconda sezione penale della Cassazione che ha confermato l’assoluzione dei tre fascisti per la strage di Piazza Fontana a Milano chiude definitivamente il sipario su una ignobile vicenda giudiziaria che conferma, se mai ve ne fosse bisogno, la natura criminale e assassina dello Stato italiano, delle sue istituzioni, dei suoi apparati e dei suoi tribunali.
Nessun colpevole dopo trentasei anni di processi: questa è la solida certezza con la quale la Repubblica Italiana torna a calpestare e offendere le coscienze e la dignità dei familiari delle vittime che il 12 dicembre 1969 furono dilaniate dalla bomba piazzata dai fascisti per conto dello Stato. Tutta gente innocente che per trentasei anni non ha mai smesso di essere massacrata dai tentativi di insabbiamento, dalle coperture, dai privilegi, dall’impunità.
L’infame accusa con la quale lo Stato volle attaccare il movimento anarchico incolpandolo della strage fu il primo di una lunga serie di depistaggi volti a screditare ed eliminare un’opposizione sociale che negli anarchici trovava gli interpreti più radicali e più coerenti.
Fu così che con un’altra sentenza infame si volle archiviare l’assassinio del compagno anarchico Giuseppe Pinelli scaraventato giù dalla finestra della questura di Milano.
E di anno in anno, quando ormai la Storia aveva dato ragione a chi – come noi – aveva affermato sin dal primo momento che quella strage era una strage di Stato, i processi su piazza Fontana continuavano a trascinarsi stancamente senza alcuna speranza che potesse saltare fuori la verità.
Lo dicevamo allora e lo ribadiamo oggi: lo Stato non condanna se stesso.
Il nostro profondo disprezzo per la giustizia di classe e per i suoi tribunali ci ha sempre aiutati a elaborare la rabbia per i crimini perpetrati dal terrorismo dello Stato.
«GLI ANARCHICI NON ARCHIVIANO». Se lo ricordino tutti: giudici, polizia e fascisti.
È nel rispetto dei morti e nell’amore per i vivi che continueremo a tenere accesa la luce su uno dei capitoli più bui della tetra e mortifera storia dell’Italia repubblicana.
Queste sentenze non riusciranno a fermare le nostre lotte per la costruzione di una società che sappia sbarazzarsi dello Stato, delle sue bombe, della sua miseria, della sua ingiustizia.

Federazione Anarchica Italiana – Palermo
Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo

AUTONOMIA DELLE LOTTE, AUTOGOVERNO DEL TERRITORIO

Il 12 luglio 2002 a Palermo otto famiglie del Comitato di Lotta per la Casa, stanche di ricevere indifferenza e disprezzo da parte delle istituzioni dopo mesi di incontri, lotte e iniziative diedero vita alla quarta occupazione della Cattedrale di Palermo. Quest’azione – volutamente promossa nei giorni caldi del "Festino" fu stroncata sul nascere da uno sgombero coatto da parte della polizia in seguito al quale ci furono feriti, contusi e tre compagni denunciati.
Da quel giorno l’azione del Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" si fece sempre più incisiva e il Comitato stesso si allargò, procurandosi la simpatia, il sostegno e l’adesione di tante altre famiglie investite dagli stessi disagi: disoccupazione, mancanza di un tetto, precarietà.
Dopo anni di politiche assistenziali realizzate affinché i problemi non venissero mai risolti alla radice, le contraddizioni sociali della città di Palermo sono esplose tutte insieme: le cronache degli ultimi anni sono piene di casi in cui la disperazione ha portato molti palermitani a suicidarsi, a commettere gesti estremi e altro ancora. Palermo è una città allo sfascio in cui disoccupazione, violenza e degrado la fanno da padroni.
Le amministrazioni che si sono succedute hanno preferito curare l’immagine da cartolina di una città che nel suo ventre profondo nasconde un grande malessere.
Il Comitato di Lotta per la Casa ’12 luglio’ è un soggetto di base, popolare, formato da cittadini palermitani che hanno deciso di prendere in mano il loro destino per ribaltare questo stato di cose rivendicando il fondamentale diritto alla casa.
L’emergenza abitativa è una delle ferite più profonde del tessuto sociale palermitano: in una città in cui si spendono miliardi e miliardi di vecchie lire per decorazioni di piazze e strade, per l’allestimento di feste e festini, per l’organizzazione di spettacolini natalizi, per la militarizzazione di interi quartieri quando viene l’Onu o il G7, nessuna amministrazione ha mai voluto affrontare seriamente il dramma di migliaia di cittadini che non hanno una casa.
Il Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" ha intrapreso miriadi di iniziative, assemblee cittadine, occupazioni simboliche, proteste spontanee, volantinaggi per affermare un diritto di base.
In più il Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" ha introdotto nel dibattito pubblico un elemento che scardina le logiche assassine che tengono sotto scacco questa città: usare i beni immobili confiscati alla mafia per fini abitativi. C’è infatti un ingente patrimonio immobiliare del tutto inutilizzato che potrebbe risolvere definitivamente moltissimi problemi: case confiscate alla mafia, case di proprietà comunale, case di proprietà della Curia. Una galassia di appartamenti lasciati il più delle volte nel totale abbandono.

La lotta del Comitato ha portato in questi tre anni all’apertura di un tavolo tecnico con Prefettura e Comune.
Dopo le resistenze iniziali, le famiglie riuscirono a sfondare il muro di disinteresse e malgoverno e oggi circa ottanta famiglie hanno ottenuto la casa dopo tre anni di lotte e sacrifici.
Tre anni di autorganizzazione e di lotta che – tra alti e bassi – costituiscono un patrimonio di mobilitazioni e partecipazione politica autogestita, orizzontale, autonoma come mai si era vista a Palermo.
Gli anarchici hanno sostenuto il Comitato di Lotta per la Casa dal primo momento e lo hanno apprezzato soprattutto per la sua indipendenza, per la trasparenza delle rivendicazioni, per la sua propensione all’azione diretta.
Le conquiste del Comitato sembrano oggi a rischio in un momento in cui da parte istituzionale arrivano segnali di allarmante ostilità che potrebbero compromettere i risultati ottenuti e la possibilità di estendere il fronte della lotta.
Continueremo a supportare l’azione del Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" perché siamo convinti che attraverso l’autonomia delle lotte si gettano le basi per un’organizzazione sociale nuova in cui autogoverno e autogestione del territorio prendono il posto del malaffare, dello sfruttamento e della criminalità del Potere.

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo

GLI ANARCHICI NON ARCHIVIANO

La recentissima iniziativa di dedicare un francobollo al commissario
Luigi Calabresi costituisce a nostro avviso un ulteriore attacco che
esprime pienamente la volontà di riscrivere la storia recente del
Paese.
Riteniamo che questo evento non debba essere preso
assolutamente sotto gamba dal movimento anarchico di lingua italiana e,
più in generale, da tutti coloro che in Italia hanno a cuore libertà e
giustizia sociale.
Ci rivolgiamo inoltre a tutti coloro che hanno
vissuto quella stagione di lotta così drammatica in cui la violenza
dello Stato, dei padroni e dei loro apparati repressivi si manifestò
nella maniera più cinica e spietata.
Non è nostra intenzione
AFFRANCARE il francobollo dedicato a Luigi Calabresi proprio perché non
vogliamo AFFRANCARE né i mandanti della strage di piazza Fontana né i
responsabili dell’uccisione dell’anarchico Giuseppe Pinelli.
Invitiamo a una massiccia diffusione del manifesto allegato.

GLI ANARCHICI NON ARCHIVIANO