IL GRUPPO “GIUSTIZIA E LIBERTÀ” SI SCIOGLIE

Per motivi esclusivamente logistici e organizzativi, il Gruppo “Giustizia e Libertà” della Federazione Anarchica Siciliana (FAS) si scioglie ufficialmente.

I suoi militanti continuano ad aderire a titolo individuale alla FAS e proseguono, sempre in stretta e solidale collaborazione, nelle loro attività.

Palermo, 9/11/2012

 

Due giorni di incontri, cultura e musica a cura di Bar Libreria Garibaldi, Spazio di Cultura Libert’Aria e Federazione Anarchica Siciliana.

Clicca sulla locandina.

TEMPI DI GUERRA. Dall’11 settembre 2001 ai giorni nostri.

SABATO 10 SETTEMBRE ore 16,00
SALONE VALDESE, VIA DELLO SPEZIO 43 – PALERMO

CONVEGNO E DIBATTITO

Salvo Vaccaro (Federazione Anarchica Italiana)
Mediterraneo tra rivolta e declino

Antonio Mazzeo (terrelibere.it)
Militarizzazione del territorio in Sicilia

Francesco Lo Cascio (Movimento Internazionale Riconciliazione)
Liberazione dai totalitarismi: antimilitarismo e azione nonviolenta

Pippo Gurrieri (Federazione Anarchica Siciliana)
Dall’indignazione alla rivoluzione: la prospettiva anarchica

Promuove la FEDERAZIONE ANARCHICA SICILIANA

TRAPANI CONTRO LA GUERRA

A questo link, report e altre foto della passeggiata antimilitarista del 26 marzo a Trapani:

http://coordinamentoperlapacetp.wordpress.com/2011/03/29/passeggiata-antimilitarista-report-e-foto/

Trapani, 28 e 29 dicembre – Presidio antirazzista davanti il CIE “Serraino Vulpitta”

Il 28 e 29 dicembre scorsi – nell’undicesimo anniversario della strage del Centro di Permanenza Temporanea “Serraino Vulpitta” – si è svolta a Trapani una mobilitazione antirazzista promossa dal Coordinamento per la Pace, dal Circolo Arci “aMalaTesta” e dal locale Gruppo di Emergency.
I promotori della manifestazione hanno voluto ribadire la netta opposizione alle politiche repressive attuate dai governi nei confronti degli immigrati. In particolare, la situazione di Trapani rimane assai critica perché, anche se il “Serraino Vulpitta” è destinato a essere chiuso, la città ospiterà un nuovo Centro di Identificazione ed Espulsione nella periferica contrada di Milo. Una struttura già pronta (realizzata in brevissimo tempo e che assomiglia a un carcere di massima sicurezza), molto più capiente e dalle spiccate caratteristiche di “istituzione totale”. Alla manifestazione hanno aderito e partecipato, tra gli altri, compagne e compagni della Federazione Anarchica Siciliana, della Federazione dei Comunisti Anarchici, della Federazione Anarchica Italiana e del Coordinamento Anarchico Palermitano.
Martedi 28 è stato organizzato un presidio davanti il CIE “Vulpitta” durante il quale gli antirazzisti hanno espresso la loro solidarietà ai quarantatre immigrati reclusi all’interno della struttura. Dalla loro viva voce è emerso quanto siano disastrose le condizioni di vita: mancanza di coperte, scarsa qualità dei cibi, uso di calmanti e psicofarmaci per sedare i trattenuti. Da dietro le sbarre, i migranti hanno manifestato vivo apprezzamento per l’iniziativa e – come accaduto in altre occasioni – si è stabilita una comunicazione diretta tra chi stava dentro e chi stava fuori, mentre un sound-system aiutava a rendere più caldo quel pomeriggio di lotta e di solidarietà.
Il giorno dopo gli antirazzisti sono tornati davanti il CIE e, al loro arrivo, hanno visto i migranti che, da dietro le sbarre, sventolavano drappi neri per salutarli e rispondere ai loro slogan. Alla fine, un lungo e intenso applauso reciproco tra reclusi e manifestanti, per ribadire che la lotta per la libertà degli immigrati coincide con la lotta per la libertà di tutte e tutti.

Nucleo “Giustizia e Libertà” della Federazione Anarchica Siciliana

Altre foto:

http://coordinamentoperlapacetp.wordpress.com/2011/01/04/28-e-29-dicembre-foto-del-presidio-antirazzista/

SOLIDARIETA’ AD “ANARCHICI CONTRO IL MURO”

Lo stato di Israele sta attuando un vero e proprio genocidio nei confronti del popolo palestinese.
Dopo lo scoppio della seconda Intifada, Israele ha iniziato la costruzione di un muro per separare fisicamente gli israeliani dai palestinesi con la scusa di voler proteggere i civili israeliani dagli attentati terroristici.
La realtà è ben diversa: l’esercito israeliano effettua quotidianamente bombardamenti e rastrellamenti nei quartieri palestinesi dei Territori Occupati e la spirale di violenza non sembra destinata a finire.
Il Muro israeliano è una rete di muri di cemento, recinti di filo spinato e elettrificato, trincee, strade di pattuglia, torri di guardia e videocamere.
Le terre dei contadini palestinesi sono state confiscate, le coltivazioni distrutte, e interi villaggi sono rimasti circondati e tagliati fuori dalle principali vie di comunicazione.
Per ostacolare e impedire la costruzione del Muro e il perpetuarsi di questa ingiustizia, un gruppo di azione diretta denominato “Anarchici contro il Muro” ha iniziato una campagna di mobilitazione che non ha precedenti in Israele.
Per la prima volta, cittadini israeliani e popolazione palestinese si sono uniti per opporsi alle politiche omicide e discriminatorie del governo Sharon attraverso azioni dirette non violente. Per la prima volta donne e uomini palestinesi sono stati affiancati da cittadini israeliani per affrontare pacificamente e a viso aperto le ruspe che distruggono gli uliveti e i soldati che sparano ad altezza d’uomo.
Queste iniziative hanno avuto una grande eco presso l’opinione pubblica israeliana, specialmente quando un anarchico israeliano è stato colpito alla gamba da un proiettile sparato dalla guardia di sicurezza del suo paese.
Il gruppo di azione “Anarchici contro il Muro” ha il merito di svelare la natura tutta politica del conflitto israelo-palestinese, un conflitto deciso ai piani alti delle gerarchie politiche ma che può e deve essere superato attraverso la concreta solidarietà militante tra le persone, a prescindere dalla loro nazionalità.
Gli anarchici israeliani intendono lottare al fianco degli oppressi e, allo stesso tempo, creare delle falle nel sistema monolitico degli oppressori denunciando i crimini, smascherando le ipocrisie, invitando a una diserzione generalizzata.
Ai compagni israeliani e palestinesi la nostra solidarietà.

NO AL MURO IN PALESTINA!

Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo
Federazione Anarchica Siciliana – “Nucleo “Giustizia e Libertà”

ottobre 2004

LIBERIAMOCI DAI PADRONI, RIPRENDIAMOCI IL LAVORO!

1 Maggio 1886 – La Federazione Americana del Lavoro adotta una risoluzione storica secondo la quale a partire da questo giorno “le otto ore costituiranno la durata legale della giornata di lavoro”. Nella sola Chicago in 400.000 erano in sciopero. Questo era il centro principale delle agitazioni, e qui gli anarchici erano all’avanguardia del movimento dei lavoratori. Quando il primo maggio del 1886 gli scioperi per le otto ore paralizzano la città, una metà della manodopera della ditta McCormick esce dalla fabbrica. Due giorni dopo partecipano a un’assemblea di massa seimila lavoratori del legno, anch’essi in sciopero.

I lavoratori stanno ascoltando un discorso dell’anarchico August Spies a cui era stato chiesto di organizzare la riunione dall’Unione Centrale del Lavoro.

All’improvviso 200 poliziotti attaccano la folla con manganelli e revolver: uccidono uno scioperante, ne feriscono un numero indeterminato tra cui cinque o sei molto seriamente.

26 Aprile 2004 – Gli operai dello stabilimento FIAT di Melfi bloccano l’ingresso alla fabbrica per protesta. I metalmeccanici lottano contro le condizioni di lavoro nella fabbrica: 5000 provvedimenti disciplinari in un anno, licenziamenti dei delegati sindacali e turni massacranti la dicono lunga. Si susseguono manifestazioni, blocchi e trattative (fallite) con l’azienda, che firma accordi separati con i sindacati più amici. La polizia sceglie di difendere gli interessi padronali: quando 35 operai decidono di forzare i blocchi per recarsi a lavorare, la polizia li  scorta caricando pesantemente gli operai e ferendone 13.

Dopo più di un secolo le conquiste dei lavoratori, ottenute con grandi lotte e sacrifici, vengono attaccate dalla classe padronale che trova in questo governo il migliore garante degli interessi dei potentati economici. Un padronato sempre più aggressivo e arrogante detta ormai le sue leggi senza trovare ostacoli servendosi di uno Stato che, nelle sue varianti che si sono succedute al potere (centrodestra e centrosinistra), persegue un’unica linea economica e politica neoliberista ed antipopolare: privatizzazioni, utilizzo della forza lavoro nella forma usa & getta, fine del posto garantito e precarietà diffusa, cancellazione progressiva dei diritti rimasti, repressione del dissenso. Dal pacchetto Treu alla Legge Biagi, viene sancita la precarietà come unica condizione esistenziale. E con la Turco-Napolitano e la Bossi-Fini gli immigrati vengono condannati all’esclusione sociale. Per finire, le risorse spese per fare la guerra sottraggono denaro ai salari, agli stipendi, alle pensioni, all’istruzione, alla sanità.

In un mondo dove non sai se ti colpirà prima il padrone, il governo o il sindacato-istituzione, dove il militarismo penetra nel tuo stesso posto di lavoro e nel tuo quartiere sporcando tutto con una dilagante cultura della guerra e delle morte, non vi sono alternative alla radicalizzazione dello scontro di classe.

L’azione diretta diventa l’unica strada percorribile: autodeterminazione dei lavoratori, riduzione degli orari di lavoro, difesa del diritto di sciopero senza ricatti legali, difesa della valenza pubblica di ogni tipo di lavoro, salvaguardia della sanità, previdenza e scuola pubblica, abolizione delle frontiere, rifiuto della precarizzazione, sistema pensionistico uguale per tutti: da qui bisogna ripartire, affinché il lavoro sia un’espressione di libertà.

Federazione Anarchica Siciliana – Nucleo “Giustizia e Libertà”