Solidarietà contro la repressione

Esprimiamo la nostra massima solidarietà al Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" di Palermo e ai militanti del CSOA "ExKarcere" colpiti dalla repressione poliziesca.
E’ evidente che queste venti denunce per un’azione di lotta determinata ma assolutamente pacifica che risale addirittura a quasi cinque mesi fa sono del tutto pretestuose: questo attacco al Comitato vorrebbe svilire la lotta per la casa a Palermo riducendola a una mera questione di ordine pubblico da risolvere nelle anguste aule di un tribunale.
Le istituzioni, Comune e Prefettura su tutti, pensano di poter liquidare in questo modo le rivendicazioni del Comitato e di tutti i soggetti che in questa città portano avanti le lotte per il riconoscimento di diritti fondamentali – come quello alla casa – che vengono sistematicamente calpestati.
E’ necessario far fronte comune contro le provocazioni dei potentati politici ed economici di questa città rilanciando ovunque le lotte sociali senza cedere di un passo.

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo

La casa è un diritto

La giornata di lotta delle famiglie palermitane che chiedono la riapertura della lista per per l’emergenza abitativa è iniziata ieri, 13 luglio, con una contestazione sotto il palco delle prove generali per il festino di Santa Rosalia.
La protesta, mirata a denunciare lo sperpero di denaro pubblico che anziché per l’organizzazione di eventi mondani potrebbe essere investito per risolvere i problemi che attanagliano la città, ha trovato la solidarietà di moltissime persone (palermitani e non) che erano presenti e che hanno addirittura applaudito i manifestanti quando hanno lasciato la piazza antistante il Palazzo Reale.
Nella notte, le famiglie hanno occupato uno stabile confiscato alla mafia in via A.Agostino (quartiere Zisa).
Si tratta di un edificio di cinquantadue alloggi, tredici piani, che compare nell’elenco del patrimonio pubblico comunale "non disponibile". E’ perfetto per l’uso abitativo e con questa occupazione il Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" di Palermo intende rilanciare la rivendicazione per l’uso immediato dei beni confiscati a Cosa Nostra per risolvere l’emergenza-casa in città.
Una pattuglia della polizia si trova giù in strada da questa notte, ma al momento non si registrano provvedimenti repressivi.

LA CASA E’ DI CHI L’ABITA!
SOLIDARIETA’ AL COMITATO DI LOTTA PER LA CASA "12 LUGLIO"!

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana

luglio 2005

PER LA LIBERTÀ, CONTRO OGNI REPRESSIONE

All’alba del 12 giugno 2005 una squadraccia fascista armata di tutto punto (mazze, coltelli, spranghe) attacca il Barocchio, una casa occupata di Torino.
Due compagni vengono feriti molto gravemente e solo per un caso non muoiono.
Sabato 18 giugno circa un migliaio di persone scendono in piazza per dare vita a una manifestazione antifascista che denunci pubblicamente l’aggressione e per comunicare alla cittadinanza che anche a Torino – così come in tutta Italia – i fascisti imperversano con la loro vigliaccheria e la loro violenza.
La manifestazione comincia con buone premesse: durante il concentramento commercianti e ambulanti, per nulla intimoriti, offrono acqua e frutta fresca agli antifascisti, in un clima di solidarietà diffusa. L’atteggiamento delle forze dell’ordine è di tutt’altro tenore: il corteo viene blindato e continuamente provocato.
Quando il corteo – determinato ma pacifico – si dirige in piazza Castello, l’ordine della questura è preciso: la polizia carica brutalmente i manifestanti e scatena l’inferno. Manganellate, lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo, violenza gratuita. Viene travolto chiunque, passanti compresi. Diversi testimoni riferiscono di aver visto distintamente agenti di polizia spaccare alcune vetrine di locali.
I manifestanti cercano di resistere con delle barricate improvvisate per far fronte alla lucida follia del braccio armato dello Stato. Alla fine della giornata, Massimiliano e Silvio – anarchici – vengono arrestati. Nei giorni seguenti una volgare campagna mediatica fornisce il solito quadro distorto della realtà: gli anarchici hanno messo a ferro e fuoco Torino.
Dopo una durissima requisitoria del tristemente noto PM Tatangelo, il GIP ha deciso che Massimiliano e Silvio attenderanno in carcere il processo. Sono accusati di resistenza, lesioni (evidentemente prendere manganellate in questo paese è una colpa) e manifestazione non autorizzata. La decisione del GIP è estremamente grave, perché con simili accuse in genere si viene scarcerati con una denuncia a piede libero, specie se incensurati.
Si tratta  di un attacco politico: l’obiettivo di questo attacco è il movimento anarchico.
In Piemonte gli anarchici sono impegnati nelle lotte al fianco delle popolazioni della Val Susa minacciata dalla devastazione ambientale e dalle linee dell’Alta Velocità, i treni supersonici i cui cantieri distruggono valli, montagne e falde acquifere.
A Torino gli anarchici lottano al fianco degli immigrati che protestano per le violenze, i rastrellamenti e le esecuzioni operate dalle forze dell’ordine nei quartieri popolari e nel famigerato Centro di Permanenza Temporanea di Corso Brunelleschi, e sempre a Torino gli anarchici puntano il dito contro la devastazione e la speculazione edilizia legate all’organizzazione delle olimpiadi invernali, l’ennesimo grande evento destinato a ridisegnare la città a immagine e somiglianza delle sue élites politiche ed economiche. Nessuno deve opporsi allo sfruttamento, all’ingiustizia sociale, alla brutalità del dominio: questo è il messaggio lanciato chiaramente da polizia, giornalisti, magistratura e fascisti. L’attacco al corteo antifascista di Torino è gravissimo perché colpisce al cuore l’opposizione sociale, l’antifascismo e la stessa libertà di espressione.
Gli anarchici, che non si tirano mai indietro, pagano ancora sulla propria pelle la coerenza e l’impegno per la costruzione di un mondo altro.
Nessuno s’illuda: non ci fermeranno mai.

MASSIMILIANO E SILVIO LIBERI!

Federazione Anarchica Siciliana – Nucleo “Giustizia e Libertà”
Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo
Federazione Anarchica Italiana – Palermo

È un nome che fa paura: libertà.

Con le sue dichiarazioni pronunciate in occasione dell’apertura del convegno diocesano sulla famiglia Joseph Ratzinger ha distrutto in un colpo solo tutte le più importanti conquiste del pensiero moderno, laico e illuminista.
La prima uscita pubblica del nuovo papa esprime tutta la carica reazionaria di un inquisitore che si scaglia lucidamente e politicamente contro una visione libera, consapevole e razionale del mondo e della società.
Non ci è sfuggito l’attacco di Ratzinger al concetto di "libertà anarchica" come falsa liberazione dell’uomo: con questa provocazione il papa ha voluto colpire di petto la cultura e la concezione dell’esistenza che si fonda sul riconoscimento pieno e reciproco della massima libertà di ciascuno nell’uguaglianza e nella solidarietà.
Nello svilire e umiliare le unioni di fatto, le unioni tra omosessuali e le libere e consapevoli scelte di maternità e paternità, Ratzinger si dimostra per quello che è: il capo di un’istituzione profondamente nemica delle donne e degli uomini di ogni tempo.
Ratzinger critica il relativismo e cerca di impadronirsi del concetto di libertà annullando e delegittimando tutti quelli che non rientrano nella sua verità rivelata.
Ed è così che il papa fa la sua predica dispensando dogmi e sentenze e fornendo alla classe politica le giuste indicazioni per la realizzazione della "città di Dio".
Come il più consumato dei dittatori, Ratzinger prende in braccio una bambina davanti alla folla osannante e da vero autoritario detta le condizioni per una gestione assolutista della vita umana dal principio alla fine.
Non accettiamo questo scenario oscurantista e teocratico.
Ci rendiamo conto della manovra fondamentalista che questo prete tedesco mette in pratica per minare le conquiste di autonomia ed emancipazione delle donne e degli uomini.
Respingiamo gli attacchi di chi ha paura della libertà e del nostro pensiero, sempre incompatibile e irriducibile ai disegni totalitari e dogmatici di tutte le chiese.

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo
Federazione Anarchica Italiana – Palermo

LA PESTE

L’aggressione fascista che si è consumata venerdi sera a Palermo nell’affollatissima via Candelai ai danni di due giovani di origini africane non è un fatto da minimizzare in alcun modo.
Se venti fascisti armati di tutto punto decidono di irrompere in una strada piena di gente per compiere una spedizione punitiva, vuol dire che questi squadristi non temono nulla e possono contare su un’agibilità consolidata.
Forse qualcuno si sarà stupito che una cosa del genere sia accaduta a Palermo, città dai mille colori che una certa retorica ipocrita e buonista dipinge come il solito crogiuolo in cui tolleranza e secolare predisposizione all’accoglienza sono garanzia di convivenza pacifica e solidale.
Niente di più falso.
Palermo, oltre a essersi trasformata in una città violenta e feroce, è una città in cui il pregiudizio per il diverso si accompagna all’insofferenza per chi, provenendo dalle aree più povere del Sud del mondo, cerca e trova qui – nel Sud dell’Italia – un’esistenza migliore.
La Palermo laica, antirazzista e internazionalista ha costruito negli ultimi anni percorsi di emancipazione sociale e politica che – seppur importanti – non sono riusciti a immunizzare il tessuto sociale di questa città dal virus dell’intolleranza e della xenofobia.
In queste crepe, i manovali e gli scopini dei poteri forti trovano la possibilità di esprimere la loro miseria con la violenza e l’arroganza che li contraddistingue.
E ci pare significativo che mentre per strada agiscono i picchiatori e per il 25 aprile compaiono le svastiche al Giardino Inglese e al quartiere Matteotti, il questore di Palermo si concentri nella sua crociata per la legalità che ha nella persecuzione dei lavavetri immigrati e nei rastrellamenti al campo Rom i suoi obiettivi strategici.
"Ve ne dovete andare!" sbraitano i fascisti mentre picchiano gli immigrati.
"Ve ne dovete andare!" sbraitano le istituzioni con le loro leggi, le loro frontiere, le loro disposizioni, le loro dichiarazioni, le loro sanzioni contro gli immigrati.
A questa peste bruna rispondiamo con la fermezza di sempre, rinnovando quell’impegno antirazzista e antifascista che deve tornare a farsi azione costante tra la gente, con gli immigrati e non solo.
E’ il modo migliore per esprimere il nostro disprezzo più profondo per lo squadrismo nazifascista e per tutti i cani da guardia del Potere.

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana

Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo


Federazione Anarchica Italiana – Palermo

07/06/2005

LO STATO CHE UCCIDE, LO STATO CHE ASSOLVE

La sentenza della seconda sezione penale della Cassazione che ha confermato l’assoluzione dei tre fascisti per la strage di Piazza Fontana a Milano chiude definitivamente il sipario su una ignobile vicenda giudiziaria che conferma, se mai ve ne fosse bisogno, la natura criminale e assassina dello Stato italiano, delle sue istituzioni, dei suoi apparati e dei suoi tribunali.
Nessun colpevole dopo trentasei anni di processi: questa è la solida certezza con la quale la Repubblica Italiana torna a calpestare e offendere le coscienze e la dignità dei familiari delle vittime che il 12 dicembre 1969 furono dilaniate dalla bomba piazzata dai fascisti per conto dello Stato. Tutta gente innocente che per trentasei anni non ha mai smesso di essere massacrata dai tentativi di insabbiamento, dalle coperture, dai privilegi, dall’impunità.
L’infame accusa con la quale lo Stato volle attaccare il movimento anarchico incolpandolo della strage fu il primo di una lunga serie di depistaggi volti a screditare ed eliminare un’opposizione sociale che negli anarchici trovava gli interpreti più radicali e più coerenti.
Fu così che con un’altra sentenza infame si volle archiviare l’assassinio del compagno anarchico Giuseppe Pinelli scaraventato giù dalla finestra della questura di Milano.
E di anno in anno, quando ormai la Storia aveva dato ragione a chi – come noi – aveva affermato sin dal primo momento che quella strage era una strage di Stato, i processi su piazza Fontana continuavano a trascinarsi stancamente senza alcuna speranza che potesse saltare fuori la verità.
Lo dicevamo allora e lo ribadiamo oggi: lo Stato non condanna se stesso.
Il nostro profondo disprezzo per la giustizia di classe e per i suoi tribunali ci ha sempre aiutati a elaborare la rabbia per i crimini perpetrati dal terrorismo dello Stato.
«GLI ANARCHICI NON ARCHIVIANO». Se lo ricordino tutti: giudici, polizia e fascisti.
È nel rispetto dei morti e nell’amore per i vivi che continueremo a tenere accesa la luce su uno dei capitoli più bui della tetra e mortifera storia dell’Italia repubblicana.
Queste sentenze non riusciranno a fermare le nostre lotte per la costruzione di una società che sappia sbarazzarsi dello Stato, delle sue bombe, della sua miseria, della sua ingiustizia.

Federazione Anarchica Italiana – Palermo
Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo

CONTRO OGNI FASCISMO

A sessant’anni dalla Liberazione dell’Italia dal fascismo e dal nazismo, noi anarchici vogliamo ricordare la data del 25 Aprile per raccogliere nel presente i frutti di quella stagione di lotta e di sacrificio che non và dimenticata.
Il contributo degli anarchici alla Resistenza fu fondamentale: le formazioni partigiane di ispirazione anarchica e libertaria arricchite della presenza di tante e tanti compagne/i del Sud furono tra le prime ad organizzarsi per combattere nazisti e fascisti.
Ma l’opposizione anarchica al fascismo si manifestò sin dalla prima ora, già dal 1921, quando gli Arditi del Popolo, ex combattenti organizzati per l’autodifesa popolare, contrastavano il terrorismo squadrista, spalleggiato da carabinieri e guardie regie. E più di una volta misero in fuga carabinieri e fascisti, come a Parma e Sarzana. E proprio qui, nei dintorni di Carrara, gli anarchici spezzarono per la prima volta la "linea gotica" dei nazisti durante la Resistenza.
La Resistenza per noi anarchici era legata allora e ancora oggi a un progetto di cambiamento sociale che purtroppo non avvenne a causa della compromissione dei partiti antifascisti – PCI in testa – con le direttive delle potenze Alleate.

L’opposizione al fascismo è da noi intesa come lotta a qualsiasi autoritarismo, poiché chi è nemico della libertà non può che essere nostro nemico.
Ogni giorno assistiamo a una recrudescenza del fascismo e dell’autoritarismo nelle sue mille forme: lo riscontriamo nella natura e nelle pratiche dei governi occidentali che schiacciano i diritti e la libertà di milioni di persone nel mondo. Un mondo devastato dalle guerre e da un’insopportabile divario tra chi ha troppo e chi non ha niente.
Il fascismo vive nelle leggi razziste introdotte in Italia dal Centrosinistra (Turco-Napolitano) e dal Centrodestra (Bossi-Fini) che distruggono vite, sogni e speranze degli immigrati ai quali viene negato tutto, compreso il diritto di esistere.
Il fascismo vive nelle leggi sul lavoro introdotte in Italia dal Centrosinistra (Pacchetto Treu) e dal Centrodestra (Legge Biagi) che hanno ridotto il lavoro a uno sfruttamento che non dà futuro: precarietà, flessibilità e ricattabilità sono le parole d’ordine degli schiavi della nuova economia.
Il fascismo vive nella costante e invadente ingerenza religiosa nella vita pubblica: il Vaticano e le gerarchie ecclesiastiche continuano a condizionare la classe dominante, la politica, le leggi e tutti gli spazi della vita sociale, dalla scuola alla sanità, ficcando il naso fin dentro il corpo di ogni donna mettendo in discussione il diritto a una maternità consapevole e più in generale a una sessualità libera, responsabile, laicamente gestita.

È per tutto questo che per noi il 25 Aprile è ogni giorno.
Resistere per liberarsi dall’ingiustizia e dall’autorità è una necessità quotidiana.
Lottare ogni giorno per una società fondata sull’uguaglianza, la libertà, la giustizia sociale, l’autogestione e l’autogoverno significa coltivare una prassi rivoluzionaria alla quale non possiamo e non vogliamo rinunciare.

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana (FAS)
Compagni della Federazione Anarchica Italiana (FAI) – Palermo
Federazione dei Comunisti Anarchici (FdCA) – Sezione di Palermo

AUTONOMIA DELLE LOTTE, AUTOGOVERNO DEL TERRITORIO

Il 12 luglio 2002 a Palermo otto famiglie del Comitato di Lotta per la Casa, stanche di ricevere indifferenza e disprezzo da parte delle istituzioni dopo mesi di incontri, lotte e iniziative diedero vita alla quarta occupazione della Cattedrale di Palermo. Quest’azione – volutamente promossa nei giorni caldi del "Festino" fu stroncata sul nascere da uno sgombero coatto da parte della polizia in seguito al quale ci furono feriti, contusi e tre compagni denunciati.
Da quel giorno l’azione del Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" si fece sempre più incisiva e il Comitato stesso si allargò, procurandosi la simpatia, il sostegno e l’adesione di tante altre famiglie investite dagli stessi disagi: disoccupazione, mancanza di un tetto, precarietà.
Dopo anni di politiche assistenziali realizzate affinché i problemi non venissero mai risolti alla radice, le contraddizioni sociali della città di Palermo sono esplose tutte insieme: le cronache degli ultimi anni sono piene di casi in cui la disperazione ha portato molti palermitani a suicidarsi, a commettere gesti estremi e altro ancora. Palermo è una città allo sfascio in cui disoccupazione, violenza e degrado la fanno da padroni.
Le amministrazioni che si sono succedute hanno preferito curare l’immagine da cartolina di una città che nel suo ventre profondo nasconde un grande malessere.
Il Comitato di Lotta per la Casa ’12 luglio’ è un soggetto di base, popolare, formato da cittadini palermitani che hanno deciso di prendere in mano il loro destino per ribaltare questo stato di cose rivendicando il fondamentale diritto alla casa.
L’emergenza abitativa è una delle ferite più profonde del tessuto sociale palermitano: in una città in cui si spendono miliardi e miliardi di vecchie lire per decorazioni di piazze e strade, per l’allestimento di feste e festini, per l’organizzazione di spettacolini natalizi, per la militarizzazione di interi quartieri quando viene l’Onu o il G7, nessuna amministrazione ha mai voluto affrontare seriamente il dramma di migliaia di cittadini che non hanno una casa.
Il Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" ha intrapreso miriadi di iniziative, assemblee cittadine, occupazioni simboliche, proteste spontanee, volantinaggi per affermare un diritto di base.
In più il Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" ha introdotto nel dibattito pubblico un elemento che scardina le logiche assassine che tengono sotto scacco questa città: usare i beni immobili confiscati alla mafia per fini abitativi. C’è infatti un ingente patrimonio immobiliare del tutto inutilizzato che potrebbe risolvere definitivamente moltissimi problemi: case confiscate alla mafia, case di proprietà comunale, case di proprietà della Curia. Una galassia di appartamenti lasciati il più delle volte nel totale abbandono.

La lotta del Comitato ha portato in questi tre anni all’apertura di un tavolo tecnico con Prefettura e Comune.
Dopo le resistenze iniziali, le famiglie riuscirono a sfondare il muro di disinteresse e malgoverno e oggi circa ottanta famiglie hanno ottenuto la casa dopo tre anni di lotte e sacrifici.
Tre anni di autorganizzazione e di lotta che – tra alti e bassi – costituiscono un patrimonio di mobilitazioni e partecipazione politica autogestita, orizzontale, autonoma come mai si era vista a Palermo.
Gli anarchici hanno sostenuto il Comitato di Lotta per la Casa dal primo momento e lo hanno apprezzato soprattutto per la sua indipendenza, per la trasparenza delle rivendicazioni, per la sua propensione all’azione diretta.
Le conquiste del Comitato sembrano oggi a rischio in un momento in cui da parte istituzionale arrivano segnali di allarmante ostilità che potrebbero compromettere i risultati ottenuti e la possibilità di estendere il fronte della lotta.
Continueremo a supportare l’azione del Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" perché siamo convinti che attraverso l’autonomia delle lotte si gettano le basi per un’organizzazione sociale nuova in cui autogoverno e autogestione del territorio prendono il posto del malaffare, dello sfruttamento e della criminalità del Potere.

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo

NOI ODIAMO GLI INDIFFERENTI

Il filmato in cui Giuliana Sgrena chiede aiuto e sostegno per la sua liberazione è un pugno nello stomaco a quanti preferiscono pensare ipocritamente che l’Italia non sia in guerra.
Molti sono i giornalisti di tutto il mondo presenti nell’Iraq distrutto dalla guerra.
Pochi sono i giornalisti che hanno cercato e ancora cercano di raccontare la guerra per quello che è: un massacro collettivo.
Nei mesi scorsi a Falluja, una città dell’Iraq, si è combattuta una battaglia ferocissima che si è protratta per settimane.
A Falluja i soldati americani hanno impiegato armi non convenzionali per piegare la resistenza che si era scatenata contro il loro attacco.
A Falluja sono state ammazzate tra le 60 e le 90mila persone. Migliaia gli sfollati e i profughi.
Nessun telegiornale ne ha parlato, nessuno ne sa niente.
Giuliana Sgrena è stata rapita a Baghdad subito dopo aver raccolto per quattro ore di fila le testimonianze e le dichiarazioni dei profughi di Falluja ospitati presso la moschea dell’università di Baghdad.
Giuliana voleva sapere la verità sulla mattanza di Falluja per raccontarla ai suoi lettori, per dare voce a chi voce non ha.
Giuliana Sgrena non si è mai risparmiata nel raccogliere documenti, prove e fatti sull’immane tragedia che il popolo iracheno sta vivendo con questa guerra.
Sotto gli occhi di guardie private e poliziotti iracheni Giuliana Sgrena è stata rapita a Baghdad, in pieno centro, da un commando formato da otto uomini in abiti civili all’indomani delle elezioni farsa che sono servite all’Occidente e ad alcuni "democratici" di casa nostra per mettersi la coscienza a posto e continuare il terrorismo di guerra.
L’angosciato appello di Giuliana rimbomba nell’impotenza collettiva avvertita da tutti coloro che si oppongono da ormai due anni a questa guerra scatenata contro l’Iraq e a tutti i massacri e i genocidi consumati in tutto il mondo per conto dei potentati politici ed economici.
Il rapimento di Giuliana rientra nella logica perversa della guerra che colpisce sempre più chi la guerra non la vuole e non la fa. Una logica nella quale centinaia di persone sono stritolate ogni giorno.
L’orrore quotidiano non è più tollerabile.
Vogliono ucciderci imponendoci l’indifferenza e il silenzio, ma non ci riusciranno perché noi odiamo l’indifferenza.
E’ necessario ricostituire un ampio fronte di lotta: la sfida del movimento contro la guerra sta nel costruire un dissenso di massa, una dissociazione dalle politiche e dalle pratiche di guerra, una delegittimazione sociale di tutti gli apparati dello Stato che la guerra la promuovono e la foraggiano sulla nostra pelle.
L’obiettivo è vitale: la diserzione generalizzata.

GIULIANA LIBERA!
SOLIDARIETA’ AL POPOLO IRACHENO!
CONTRO TUTTI GLI ESERCITI, CONTRO TUTTE LE GUERRE!

Compagni della Federazione Anarchica Italiana – Palermo
Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo

GLI ANARCHICI NON ARCHIVIANO

La recentissima iniziativa di dedicare un francobollo al commissario
Luigi Calabresi costituisce a nostro avviso un ulteriore attacco che
esprime pienamente la volontà di riscrivere la storia recente del
Paese.
Riteniamo che questo evento non debba essere preso
assolutamente sotto gamba dal movimento anarchico di lingua italiana e,
più in generale, da tutti coloro che in Italia hanno a cuore libertà e
giustizia sociale.
Ci rivolgiamo inoltre a tutti coloro che hanno
vissuto quella stagione di lotta così drammatica in cui la violenza
dello Stato, dei padroni e dei loro apparati repressivi si manifestò
nella maniera più cinica e spietata.
Non è nostra intenzione
AFFRANCARE il francobollo dedicato a Luigi Calabresi proprio perché non
vogliamo AFFRANCARE né i mandanti della strage di piazza Fontana né i
responsabili dell’uccisione dell’anarchico Giuseppe Pinelli.
Invitiamo a una massiccia diffusione del manifesto allegato.

GLI ANARCHICI NON ARCHIVIANO