TEMPI DI GUERRA. Dall’11 settembre 2001 ai giorni nostri.

SABATO 10 SETTEMBRE ore 16,00
SALONE VALDESE, VIA DELLO SPEZIO 43 – PALERMO

CONVEGNO E DIBATTITO

Salvo Vaccaro (Federazione Anarchica Italiana)
Mediterraneo tra rivolta e declino

Antonio Mazzeo (terrelibere.it)
Militarizzazione del territorio in Sicilia

Francesco Lo Cascio (Movimento Internazionale Riconciliazione)
Liberazione dai totalitarismi: antimilitarismo e azione nonviolenta

Pippo Gurrieri (Federazione Anarchica Siciliana)
Dall’indignazione alla rivoluzione: la prospettiva anarchica

Promuove la FEDERAZIONE ANARCHICA SICILIANA

Piazza antirazzista a Trapani

Clicca su Gruppo Anarchico “Andrea Salsedo” per leggere il report e guardare le foto del presidio antirazzista che si è svolto sabato 23 luglio a Trapani: una grande gabbia allestita nella centralissima piazzetta Saturno ha portato fisicamente, e in mezzo alla gente, il dolore e la sofferenza dei Centri di Identificazione ed Espulsione per immigrati. Altre foto le trovi qui.

Primo Maggio 2011 a Ragusa e Trapani

Come ogni anno, il Gruppo Anarchico di Ragusa ha organizzato il Primo Maggio. Guarda l’estratto del comizio di Pippo Gurrieri, in cui si denunciano la mala amministrazione e la cementificazione del territorio.

Anche a Trapani gli anarchici hanno ricordato il Primo Maggio.

 

TRAPANI CONTRO LA GUERRA

A questo link, report e altre foto della passeggiata antimilitarista del 26 marzo a Trapani:

http://coordinamentoperlapacetp.wordpress.com/2011/03/29/passeggiata-antimilitarista-report-e-foto/

LA LEGGE BRUCIA LA VITA

Noureddine Adnane aveva 27 anni ed era nato in Marocco. Viveva in Italia dal 2002 e si guadagnava da vivere facendo l’ambulante. Lo conoscevano tutti nel quartiere, e tutti gli volevano bene.
A Palermo i venditori ambulanti, specialmente immigrati, devono fare i conti con la polizia municipale: retate nei mercatini, ispezioni, multe, sequestri della merce, intimidazioni. Noureddine non era un abusivo, ma aveva ricevuto la visita dei vigili urbani per cinque volte in una settimana: davvero troppo per chi deve sbarcare il lunario tra mille difficoltà (…)

Leggi tutto il volantino qui:

http://coordanarchicopa.blogspot.com/2011/02/la-legge-brucia-la-vita.html

ASPORTARE IL CANCRO VATICANO, ABOLIRE IL CONCORDATO

Il 18 febbraio del 1984 il presidente del consiglio Bettino Craxi ed il cardinale segretario di stato vaticano Agostino Casaroli, siglavano il nuovo concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica, aggiornando i Patti lateranensi dell’11 febbraio 1929 voluti da Benito Mussolini e Pio XI, in seguito ai quali lo Stato italiano versò, a titolo di risarcimento al Vaticano, una somma pari a 712 miliardi di euro attuali. Lo IOR, la famigerata banca vaticana, nasce grazie a quel fondo.
Il Vaticano ottenne anche la costruzione e l’erogazione di importanti servizi (stazione ferroviaria, poste, radio, fornitura di acqua, ecc.), tutti a carico dei contribuenti italiani; lo stato italiano si fece carico di versare lo stipendio ai preti, e vennero individuati i beni immobili di proprietà della chiesa, cui verrà applicato lo status di extraterritorialità, con esenzione di tasse e tributi.
Il rinnovo di quei patti nel 1984, confermava tutti i privilegi già concessi alla chiesa; si limitava a dichiarare la religione cattolica non più religione di stato, ma concedeva al cattolicesimo una serie infinita di nuovi privilegi: la parità tra scuole cattoliche e scuole pubbliche; l’insegnamento della religione cattolica in ogni ordine di istruzione, esclusa l’università, (a carico delle casse pubbliche, benché materia “facoltativa”); il finanziamento di cappellani e assistenti spirituali in carceri, forze armate, università, ospedali, ecc., consentendole così di accentuare le sue ingerenze sulla società italiana.
Ma il più noto di questi privilegi è la concessione dell’8 per mille (del gettito fiscale IRPEF), che permette alla chiesa cattolica di incassare circa un miliardo di euro l’anno alle spalle dei cittadini, siano essi credenti, non credenti o di altre religioni. Il meccanismo truffaldino dell’8 per mille messo a punto da Giulio Tremonti (al tempo consigliere economico di Craxi) e da Cirino Pomicino, è normato con la legge 222 del 20/5/1985; esso, in pratica, dà alla chiesa cattolica – normalmente destinataria di circa il 39% delle scelte – la possibilità di arraffare oltre il 90% dell’8 per mille dell’Irpef dei contribuenti, grazie al fatto che le somme riguardanti le mancate scelte vengono riassegnate proporzionalmente alle preferenze di destinazione effettuate.
L’Italia è l’unico paese al mondo a dover sottostare ad un rapporto di subalternità con la chiesa cattolica; dopo le scelte politiche di Mussolini, bisognoso del consenso cattolico al suo regime, anche i comunisti, con Palmiro Togliatti, fecero lo stesso ragionamento il 22 dicembre 1947, quando votarono l’articolo 7 della costituzione, che confermava i fascistissimi Patti lateranensi.

È tempo che questa truffa cessi, è tempo di cancellare il concordato: è tempo che i cittadini possano decidere liberamente cosa fare dei loro soldi.
Noi anarchici non riconosciamo l’autorità dello Stato e della Chiesa, e purtuttavia lottiamo fermamente perché venga definitivamente abolito il concordato tra queste due entità parassitarie e oppressive, passo necessario verso una declericalizzazione della società e, pertanto, verso l’appropriazione di nuovi spazi politici di libertà.
Asportare il tumore concordatario dal corpo sociale vuol dire dare maggiori speranze di vita ad un popolo minato sin dall’infanzia dalla più atroce delle malattie: il tarlo dell’autorità.

Federazione Anarchica Siciliana

PER UNA SOCIETÀ DI LIBERI E UGUALI – Le proposte degli anarchici

Il sistema dei partiti da oltre un secolo ha portato al macello milioni di uomini con l’illusione di realizzare la libertà e la giustizia: quelli di destra promettendo regimi di ordine e disciplina; quelli di centro l’amore e la pace in terra; quelli di sinistra, l’eguaglianza dei lavoratori e la giustizia sociale. In realtà, tutti i partiti hanno costituito un buon affare per le loro classi dirigenti, hanno rafforzato lo Stato e la società capitalistica e hanno preteso dal popolo solo voti e passività, consensi e rassegnazione. IL SISTEMA DEI PARTITI E’ FALLITO. Dietro ogni partito, al di là delle differenze di facciata, si è sempre nascosto l’autoritarismo, la burocrazia, l’interesse personale, il privilegio per pochi.

Gli anarchici hanno da sempre sostenuto che non si possono adottare mezzi autoritari per raggiungere la libertà. La storia ha dato ragione agli anarchici, anche se hanno pagato duramente l’espressione del loro pensiero, la loro pratica antiautoritaria, la loro coerenza rivoluzionaria. Dalla Russia bolscevica alla Spagna del ’36, al ’68, passando per il fascismo e il nazismo, i poteri di ogni colore hanno combattuto, tradito, colpito alle spalle i popoli in armi e i tentativi di affermare un socialismo dal basso, l’autogestione, l’abolizione della proprietà privata e dello Stato.

Oggi in Italia assistiamo all’omologazione del quadro politico dentro le compatibilità del sistema: cioè tutti i partiti che apparentemente si contrastano dentro e fuori il parlamento, in realtà agiscono senza mettere in discussione le basi dello sfruttamento e dei privilegi su cui si fonda la società.

C’è bisogno di percorrere un’altra strada: quella dell’organizzazione diretta dei lavoratori, dei cittadini tutti, senza capi, dirigenti e strutture organizzative autoritarie; la strada dell’azione diretta, cioè della lotta senza intermediazioni, senza illusioni parlamentari, portata avanti dai diretti interessati.

Dopo anni e anni di sacrifici, di lotte, di morti causati dal potere, oggi ci ritroviamo nella nostra terra senza prospettive di lavoro, con l’emigrazione quale unica prospettiva, con i vecchi ricatti occupazionali, con salari e pensioni di fame, con l’acqua che scarseggia, con strade e ferrovie obsolete, con il territorio rovinato dalla speculazione, con una sanità arretrata, con una scuola distrutta e inutile, con la precarietà padrona delle nostre vite, con la mafia sempre più potente, con i ricchi sempre più ricchi e una popolazione sempre più povera.

A tutto questo si può e si deve rispondere senza dar più credito ai venditori di fumo dei partiti, ai preti a caccia di pecore da tosare, ai mezzi di comunicazione loro asserviti.

Si può rispondere solo con l’organizzazione dal basso, con la lotta continua e unitaria, con la presa nelle mani dei diretti interessati, del proprio destino.

Gli anarchici sostengono che ognuno debba ragionare con la propria testa, vivere da individuo libero, senza più fidarsi dei falsi amici: politicanti, burocrati, preti, sindacalisti e tutta la casta degli arrivisti, dei borghesi, dei privilegiati che spacciano soluzioni per tutti ma badano solo al loro tornaconto personale e di casta. I falsi amici, così come i nemici (Stato, Capitalismo, Chiesa, Mafia…) sono i veri ostacoli alla costruzione di una società basata sull’autogestione e sulla libertà. Per questo vanno combattuti e sconfitti.

Federazione Anarchica Siciliana


NÉ SCHIAVI NÉ DISOCCUPATI

Quanto sta accadendo oggi ai lavoratori e alle lavoratrici della Fiat è la naturale prosecuzione di un lungo e sistematico progetto di cancellazione dei diritti di tutti i lavoratori (…)

Leggi tutto qui:

http://coordanarchicopa.blogspot.com/2011/01/ne-schiavi-ne-disoccupati.html

L’urgenza dell’Anarchia

Inoltriamo volentieri.


L’URGENZA DELL’ANARCHIA

Mani maciullate, volti ustionati e criminalizzazione del Movimento anarchico. A tanto ammonta il bottino dell’ennesima, miserabile, campagna di ordinaria provocazione.
Il copione di sempre viene rispettato con stolida puntualità. Quando il conflitto sociale si alza, mentre la classe politica si dibatte nelle sue molte miserie e lo scollamento tra istituzioni e paese reale si fa sempre più evidente, le fiammate che più di tutte fanno comodo al potere sono quelle dei pacchi esplosivi inviati in busta chiusa. Lo scorso marzo c’era andato di mezzo un lavoratore delle poste.  Pochi giorni fa, a dicembre, sono rimasti menomati due addetti alla corrispondenza delle ambasciate svizzera e cilena a Roma. Nell’esprimere a entrambi la nostra solidarietà, ricordiamo che uno dei due feriti è un compagno attivo nella ex Lavanderia Occupata di Roma.

Queste imprese sono compiute appropriandosi dell’acronimo della Federazione Anarchica Italiana – FAI – che, invece, ha una tradizione di lotte concrete e a viso aperto per la reale liberazione di ogni essere umano da ogni potere.
D’altra parte, pur non sapendo da chi siano fatte, sono le azioni che qualificano chi le compie, e la sedicente  “federazione anarchica informale – FAI”, nata – o forse creata – solo qualche anno fa, si qualifica da sola: non è da anarchici colpire nel mucchio; non è da anarchici sfuggire alle proprie responsabilità nascondendosi dietro un nome che è di altri; non è da anarchici praticare la violenza colpendo gli innocenti e con una logica intrinsecamente autoritaria e avanguardistica.
Il gioco è scoperto, e lo avevamo capito sin dall’inizio: si tenta di coinvolgere il movimento libertario in operazioni funzionali all’azione repressiva indiscriminata dei governi e che oggettivamente si sommano alle provocazioni che lo Stato mette in atto per criminalizzare il dissenso. Grazie a queste trovate incendiarie, lo Stato italiano e i fautori dell’ordine costituito tornano a giocarsi la carta della “emergenza terrorismo”: il modo migliore per lasciare marcire in galera i detenuti politici e mantenere vivo e  vegeto il sistema di dominio. Quando scoppiano le bombe, infatti, è la gente comune che comincia ad avere paura. E quando si ha paura si è meno disposti a desiderare una vita diversa e a mettersi in gioco.

Eppure, la gravità della situazione in cui versa l’Italia (in un contesto planetario) merita uno sforzo in termini di analisi e di intervento politico che non possono essere disattesi, e che hanno bisogno del massimo grado di impegno e responsabilità rivoluzionari.
Sono tante e urgenti le sfide da affrontare: la ferocia dell’attacco sferrato dal capitalismo contro il mondo del lavoro; la dilagante repressione portata avanti dallo Stato nei confronti dell’opposizione sociale; l’insostenibile violenza usata dal potere per schiacciare le categorie più esposte alla precarietà e all’impoverimento; l’insopportabile militarizzazione dei territori in un’ottica di guerra interna ed esterna; il pervasivo controllo sociale in un orizzonte orwelliano di restringimento della libertà; la continua ingerenza del potere clericale nelle dinamiche sociali; la devastante opera di sfruttamento e distruzione delle risorse naturali e dell’ambiente; e molto altro ancora.

Di fronte a tutto questo, il Congresso della Federazione Anarchica Italiana è consapevole di quanto sia difficile vivere in un mondo intriso di autoritarismo dove il modello culturale che domina le esistenze di tutti è plasmato sull’egoismo e la sopraffazione, sulla disuguaglianza e la discriminazione.
Tuttavia, e proprio in ragione dell’urgenza dell’Anarchia come opzione praticabile e umanamente sostenibile per far fronte all’abbrutimento in cui il sistema ci mortifica, il Congresso della FAI ribadisce e rilancia l’impegno costante all’interno dei conflitti e delle lotte reali: per promuovere e sviluppare percorsi concreti di autogestione e autorganizzazione attraverso l’azione diretta e senza deleghe; per diffondere i valori e le pratiche di libertà e solidarietà in tutti i contesti del vivere comune, sempre dalla parte degli oppressi e contro gli interessi di chi detiene il potere politico ed economico; per la liberazione di tutta l’umanità dalla schiavitù dello stato e del capitalismo.

Viva la F.A.I.!
Viva l’Anarchia!

Il XXVII Congresso della Federazione Anarchica Italiana – FAI

Roma, 6/7/8/9 gennaio 2011


Trapani, 28 e 29 dicembre – Presidio antirazzista davanti il CIE “Serraino Vulpitta”

Il 28 e 29 dicembre scorsi – nell’undicesimo anniversario della strage del Centro di Permanenza Temporanea “Serraino Vulpitta” – si è svolta a Trapani una mobilitazione antirazzista promossa dal Coordinamento per la Pace, dal Circolo Arci “aMalaTesta” e dal locale Gruppo di Emergency.
I promotori della manifestazione hanno voluto ribadire la netta opposizione alle politiche repressive attuate dai governi nei confronti degli immigrati. In particolare, la situazione di Trapani rimane assai critica perché, anche se il “Serraino Vulpitta” è destinato a essere chiuso, la città ospiterà un nuovo Centro di Identificazione ed Espulsione nella periferica contrada di Milo. Una struttura già pronta (realizzata in brevissimo tempo e che assomiglia a un carcere di massima sicurezza), molto più capiente e dalle spiccate caratteristiche di “istituzione totale”. Alla manifestazione hanno aderito e partecipato, tra gli altri, compagne e compagni della Federazione Anarchica Siciliana, della Federazione dei Comunisti Anarchici, della Federazione Anarchica Italiana e del Coordinamento Anarchico Palermitano.
Martedi 28 è stato organizzato un presidio davanti il CIE “Vulpitta” durante il quale gli antirazzisti hanno espresso la loro solidarietà ai quarantatre immigrati reclusi all’interno della struttura. Dalla loro viva voce è emerso quanto siano disastrose le condizioni di vita: mancanza di coperte, scarsa qualità dei cibi, uso di calmanti e psicofarmaci per sedare i trattenuti. Da dietro le sbarre, i migranti hanno manifestato vivo apprezzamento per l’iniziativa e – come accaduto in altre occasioni – si è stabilita una comunicazione diretta tra chi stava dentro e chi stava fuori, mentre un sound-system aiutava a rendere più caldo quel pomeriggio di lotta e di solidarietà.
Il giorno dopo gli antirazzisti sono tornati davanti il CIE e, al loro arrivo, hanno visto i migranti che, da dietro le sbarre, sventolavano drappi neri per salutarli e rispondere ai loro slogan. Alla fine, un lungo e intenso applauso reciproco tra reclusi e manifestanti, per ribadire che la lotta per la libertà degli immigrati coincide con la lotta per la libertà di tutte e tutti.

Nucleo “Giustizia e Libertà” della Federazione Anarchica Siciliana

Altre foto:

28 e 29 dicembre – foto del presidio antirazzista