Migliaia di donne e uomini hanno manifestato, sabato 6 ottobre, contro l’installazione del Muos a Niscemi e per una Sicilia libera dalle servitù militari. Una giornata di grande mobilitazione che ha premiato gli sforzi del Coordinamento regionale dei Comitati di base “No Muos” e che rappresenta uno dei più alti momenti di partecipazione dal basso e di autorganizzazione in Sicilia da molti anni a questa parte.
Questa è una lotta che va avanti da molto tempo, ma che solo negli ultimi mesi è riuscita a rompere il muro del silenzio e dell’indifferenza. Il merito va all’ostinazione dei niscemesi e di tutti i siciliani che si sono organizzati, nelle realtà di base e di movimento, per fare informazione, per denunciare, per tenere alta l’attenzione sullo scempio umano, ambientale ed economico rappresentato dal Muos e da tutte le infrastrutture militari.
Nell’ultimo mese le scadenze di lotta sono state sempre più intense, e non sono mancate le attenzioni repressive da parte delle istituzioni, con le 17 denunce a scopo intimidatorio nei confronti di militanti No Muos.
Sabato scorso, la notizia del sequestro dell’area da parte della magistratura ha comprensibilmente rallegrato i manifestanti, che hanno visto in questo provvedimento una prima, parziale affermazione delle ragioni della protesta.
È di vitale importanza capire che si tratta di una lotta ancora lunga e difficile, e che non ci si deve per niente illudere di poter confidare nelle istituzioni per la definitiva risoluzione del problema.
Il valore intrinseco della lotta No Muos risiede nell’autorganizzazione dei comitati, nell’orizzontalità delle decisioni, nella volontà di fare rete in maniera solidale, nella capacità di fare sintesi tra esperienze e contributi diversi comunque orientati verso lo stesso obiettivo.
Altrettanto importante è stata la solidarietà ricevuta dal movimento No Tav, così come quella delle donne No Dal Molin, intervenute al corteo; e sono stati rilevanti sia il presidio svoltosi in contemporanea a Bologna, sia la manifestazione No Muos organizzata in Australia: tutti segnali che dimostrano quanto il movimento stia assumendo una dimensione che va ben oltre l’ambito siciliano, nel solco del mutuo appoggio e dell’internazionalismo.
Come spesso accade, quando un movimento di lotta reale raggiunge i primi, confortanti risultati, ecco che irrompono i soliti protagonisti d’infamia e di calunnia. Sparuti relitti fascisti, che già da tempo avevano cercato di infiltrarsi nel movimento per condizionarlo in senso qualunquistico e renderlo inoffensivo hanno, infatti, dapprima piagnucolato per il divieto impostogli dalla questura di manifestare nel corteo No Muos “per motivi di ordine pubblico”, e quindi hanno pubblicamente insinuato l’esistenza di presunti accordi preventivi con la polizia da parte degli organizzatori della manifestazione, accusandoli persino di averne chiesto la protezione. Queste vergognose balle infognano ulteriormente, senz’ombra di possibili equivoci, chi le ha messe in giro, e non meritano altri commenti.
Quello che conta davvero, adesso, è tenere alta l’attenzione affinché la lotta prosegua senza soste, a Niscemi così come in tutta la Sicilia, facendo anche maggior chiarezza sui suoi valori fondanti.
La lotta per il disarmo, per la smilitarizzazione della Sicilia, per la costruzione della pace contro tutte le guerre non può che essere lotta antiautoritaria per l’emancipazione e l’internazionalismo.
Mafiosi, fascisti, reazionari, politicanti stiano alla larga dal Movimento No Muos!
Le compagne e i compagni della Federazione Anarchica Siciliana continueranno a offrire il loro contributo, sincero e disinteressato, a questa lotta, valorizzando il suo carattere autogestito, popolare e di massa, per una Sicilia libera e solidale.
Federazione Anarchica Siciliana