L’aggressione fascista che si è consumata venerdi sera a Palermo nell’affollatissima via Candelai ai danni di due giovani di origini africane non è un fatto da minimizzare in alcun modo.
Se venti fascisti armati di tutto punto decidono di irrompere in una strada piena di gente per compiere una spedizione punitiva, vuol dire che questi squadristi non temono nulla e possono contare su un’agibilità consolidata.
Forse qualcuno si sarà stupito che una cosa del genere sia accaduta a Palermo, città dai mille colori che una certa retorica ipocrita e buonista dipinge come il solito crogiuolo in cui tolleranza e secolare predisposizione all’accoglienza sono garanzia di convivenza pacifica e solidale.
Niente di più falso.
Palermo, oltre a essersi trasformata in una città violenta e feroce, è una città in cui il pregiudizio per il diverso si accompagna all’insofferenza per chi, provenendo dalle aree più povere del Sud del mondo, cerca e trova qui – nel Sud dell’Italia – un’esistenza migliore.
La Palermo laica, antirazzista e internazionalista ha costruito negli ultimi anni percorsi di emancipazione sociale e politica che – seppur importanti – non sono riusciti a immunizzare il tessuto sociale di questa città dal virus dell’intolleranza e della xenofobia.
In queste crepe, i manovali e gli scopini dei poteri forti trovano la possibilità di esprimere la loro miseria con la violenza e l’arroganza che li contraddistingue.
E ci pare significativo che mentre per strada agiscono i picchiatori e per il 25 aprile compaiono le svastiche al Giardino Inglese e al quartiere Matteotti, il questore di Palermo si concentri nella sua crociata per la legalità che ha nella persecuzione dei lavavetri immigrati e nei rastrellamenti al campo Rom i suoi obiettivi strategici.
"Ve ne dovete andare!" sbraitano i fascisti mentre picchiano gli immigrati.
"Ve ne dovete andare!" sbraitano le istituzioni con le loro leggi, le loro frontiere, le loro disposizioni, le loro dichiarazioni, le loro sanzioni contro gli immigrati.
A questa peste bruna rispondiamo con la fermezza di sempre, rinnovando quell’impegno antirazzista e antifascista che deve tornare a farsi azione costante tra la gente, con gli immigrati e non solo.
E’ il modo migliore per esprimere il nostro disprezzo più profondo per lo squadrismo nazifascista e per tutti i cani da guardia del Potere.

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana

Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo


Federazione Anarchica Italiana – Palermo

07/06/2005