NOI ODIAMO GLI INDIFFERENTI

Il filmato in cui Giuliana Sgrena chiede aiuto e sostegno per la sua liberazione è un pugno nello stomaco a quanti preferiscono pensare ipocritamente che l’Italia non sia in guerra.
Molti sono i giornalisti di tutto il mondo presenti nell’Iraq distrutto dalla guerra.
Pochi sono i giornalisti che hanno cercato e ancora cercano di raccontare la guerra per quello che è: un massacro collettivo.
Nei mesi scorsi a Falluja, una città dell’Iraq, si è combattuta una battaglia ferocissima che si è protratta per settimane.
A Falluja i soldati americani hanno impiegato armi non convenzionali per piegare la resistenza che si era scatenata contro il loro attacco.
A Falluja sono state ammazzate tra le 60 e le 90mila persone. Migliaia gli sfollati e i profughi.
Nessun telegiornale ne ha parlato, nessuno ne sa niente.
Giuliana Sgrena è stata rapita a Baghdad subito dopo aver raccolto per quattro ore di fila le testimonianze e le dichiarazioni dei profughi di Falluja ospitati presso la moschea dell’università di Baghdad.
Giuliana voleva sapere la verità sulla mattanza di Falluja per raccontarla ai suoi lettori, per dare voce a chi voce non ha.
Giuliana Sgrena non si è mai risparmiata nel raccogliere documenti, prove e fatti sull’immane tragedia che il popolo iracheno sta vivendo con questa guerra.
Sotto gli occhi di guardie private e poliziotti iracheni Giuliana Sgrena è stata rapita a Baghdad, in pieno centro, da un commando formato da otto uomini in abiti civili all’indomani delle elezioni farsa che sono servite all’Occidente e ad alcuni "democratici" di casa nostra per mettersi la coscienza a posto e continuare il terrorismo di guerra.
L’angosciato appello di Giuliana rimbomba nell’impotenza collettiva avvertita da tutti coloro che si oppongono da ormai due anni a questa guerra scatenata contro l’Iraq e a tutti i massacri e i genocidi consumati in tutto il mondo per conto dei potentati politici ed economici.
Il rapimento di Giuliana rientra nella logica perversa della guerra che colpisce sempre più chi la guerra non la vuole e non la fa. Una logica nella quale centinaia di persone sono stritolate ogni giorno.
L’orrore quotidiano non è più tollerabile.
Vogliono ucciderci imponendoci l’indifferenza e il silenzio, ma non ci riusciranno perché noi odiamo l’indifferenza.
E’ necessario ricostituire un ampio fronte di lotta: la sfida del movimento contro la guerra sta nel costruire un dissenso di massa, una dissociazione dalle politiche e dalle pratiche di guerra, una delegittimazione sociale di tutti gli apparati dello Stato che la guerra la promuovono e la foraggiano sulla nostra pelle.
L’obiettivo è vitale: la diserzione generalizzata.

GIULIANA LIBERA!
SOLIDARIETA’ AL POPOLO IRACHENO!
CONTRO TUTTI GLI ESERCITI, CONTRO TUTTE LE GUERRE!

Compagni della Federazione Anarchica Italiana – Palermo
Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo

GLI ANARCHICI NON ARCHIVIANO

La recentissima iniziativa di dedicare un francobollo al commissario
Luigi Calabresi costituisce a nostro avviso un ulteriore attacco che
esprime pienamente la volontà di riscrivere la storia recente del
Paese.
Riteniamo che questo evento non debba essere preso
assolutamente sotto gamba dal movimento anarchico di lingua italiana e,
più in generale, da tutti coloro che in Italia hanno a cuore libertà e
giustizia sociale.
Ci rivolgiamo inoltre a tutti coloro che hanno
vissuto quella stagione di lotta così drammatica in cui la violenza
dello Stato, dei padroni e dei loro apparati repressivi si manifestò
nella maniera più cinica e spietata.
Non è nostra intenzione
AFFRANCARE il francobollo dedicato a Luigi Calabresi proprio perché non
vogliamo AFFRANCARE né i mandanti della strage di piazza Fontana né i
responsabili dell’uccisione dell’anarchico Giuseppe Pinelli.
Invitiamo a una massiccia diffusione del manifesto allegato.

GLI ANARCHICI NON ARCHIVIANO